lunedì 9 aprile 2012

Non scordiamoci del turista italiano

Code a ferragosto!

Il consumatore turistico italiano resta, non solo dal punto di vista statistico, il principale obiettivo di mercato per qualsiasi destinazione del nostro Paese e per le imprese turistiche.
In questi anni il suo atteggiamento al consumo ha subito alcune importanti caratterizzazioni strutturali: da una propensione fortemente legata a formule di turismo di “massa” o generaliste al desiderio di vivere autentiche esperienze legate a proposte di “nicchia”, dalla voglia di trascorrere momenti turistici di medio-lungo periodo ben individuati in precisi periodi dell’anno alla volontà di ricercare anche una maggior pluralità dei “tempi” di viaggio, dalla definizione di un netto e costante atteggiamento al consumo alla capacità di modificare, a seconda delle formule scelte, il proprio comportamento.
Il turismo, per gli italiani, è quindi un consumo maturo e ben articolato. Siamo, inoltre, sempre più in grado di verificare le diverse alternative nella ricerca del miglior rapporto qualità prezzo. Il turista italiano è, infatti, un consumatore attento ed esigente, che vuole vivere in modo pieno e partecipato il proprio periodo di vacanza. Siamo, quindi, davanti a un consumo oggi non rinunciabile, se mai articolabile a causa dei mutamenti delle esigenze personali e delle specifiche potenzialità economiche e culturali.
Down Hill all'Abetone (PT)  
La crisi economica in corso ha sicuramente inciso sull’approccio all’esperienza turistica da parte degli Italiani, limitando i momenti turistici, riducendo o concentrando i tempi di consumo e facendo valutare con maggiore attenzione le diverse alternative e opportunità che il mercato offre. Tuttavia è bene sottolineare che la crisi, la disoccupazione, le pensioni ridotte, quando si tratta di ferie, per gli italiani, diventano problemi “secondari”. L’Italiano è preoccupata per tutto quanto di negativo accade, ma dichiara decisamente che non rinuncerà alle vacanze.
Il desiderio di vacanza non è mai stato tanto prioritario, essenziale come lo è oggi. Se fare due settimane di vacanza è il primo comandamento, il secondo è quello di distaccarsi, per quanto possibile, dai problemi quotidiani, dai turbamenti sociali, dalle incertezze, dalle paure.
La fotografia ottenuta da vari studi turistici mostra un’Italia che guarda al presente (né avanti, né indietro). La crisi istituzionale, la confusa e infinita transizione pubblica, le crisi che aggrediscono e svaniscono, spingono gli italiani a vivere il presente ed ovviamente a cogliere le opportunità che una vacanza “piena”, più serena offre al loro immaginario. Anche per questo è un mercato non trascurabile, “aggredito” da tanti competitori esterni ed interni, e che non deve assolutamente essere sottovalutato nella sua portata socio economica, visto che la “crisi” può diventare un' “opportunità” per quelle destinazioni che con attenzione attivano adeguate campagne di marketing turistico.

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