martedì 12 giugno 2012

Il turismo balneare: il caso della Toscana

Non dovrebbe mai accadere che le premesse di una riflessione siano importanti quanto le sue conclusioni. Tuttavia, quando parliamo del turismo balneare, non possiamo non premettere che i dati ISTAT sono fortemente sottostimati, perché non considerano alcune località situate nell'entroterra e, soprattutto, perché non monitorano il fenomeno delle seconde case e delle case in affitto.
Lido di Capoliveri

Si pensi che il sommerso nella sola Toscana, secondo alcune stime (fonte C.S.T.), innalzerebbe il numero dei pernottamenti del 145 %, portando a 40milioni il dato delle presenze turistiche contro i 16,6 milioni di quelle ufficiali. Un elemento, invece, che caratterizza l'offerta balneare toscana e' l'alta proposta di posti letto in strutture extra-alberghiere (73 % contro il dato omologo nazionale del 56,6 %). In particolar modo la formula "campeggi e villaggi turistici" e' presente in modo superiore alla media nazionale delle zone marine (60% contro 36%). Questo elemento d'offerta, traslato nell'analisi dei flussi turistici, e' riscontrabile nel fatto che il 62% dei clienti sceglie una proposta ricettiva non alberghiera e che il 55,5% dei viaggiatori che vanno in località marine toscane, soggiorna in un "campeggio o villaggio turistico". Questi aspetti, nel lungo periodo, si sono persino rafforzati. Inoltre e' da notare una riduzione del turismo nelle "piccole case" alberghiere (3-2-1 stella), un aumento della capacita' attrattiva degli hotel di qualità più elevata (4 e 5 stelle) ed un forte sviluppo delle R.T.A..
Viareggio
A fianco di questa sintetica analisi dell'offerta ricettiva delle località di mare in Toscana, dobbiamo riscontrare che siamo in presenza di un turismo prevalentemente italiano (70 %), la cui meta' e' formata da turisti toscani (35%) e lombardi (23%). Ma soprattutto e' opportuno evidenziare che, nonostante i vari progetti regionali di destagionalizzazione ed i tanti soldi investiti per questo obiettivo, siamo, ovviamente, in presenza di un prodotto altamente legato alla stagione "estiva": l'81% delle presenze si concentra tra giugno e settembre, fenomeno nettamente più elevato per i turisti italiani ed in crescita negli ultimi anni.
In pratica i dati evidenziano "l'acqua calda" (o "salata", visto il prodotto!): al mare si va preferibilmente in estate.
Questo elemento si rafforza in particolar modo se il turismo italiano e di prossimità (toscano) e' fortemente caratterizzante nella destinazione e se le strutture ricettive prevalenti sono nate per soddisfare questa tipologia di clientela.
Sono convinto che se ampliassimo questi elementi di riflessione al sommerso (seconde case e case in affitto), noteremo che queste ovvie caratterizzazioni del turismo nelle località di mare si rafforzerebbero: alta concentrazione stagionale e forte presenza di turisti italiani.
L'altro elemento su cui e' importante riflettere e' di tipo congiunturale e legato agli effetti dell'attuale crisi economica e della flessione degli indicatori turistici e di fatturato anche nei mesi di "alta stagione". Sarebbe da approfondire quello che molti operatori del settore evidenziano: nei periodi di "alta stagione" il ruolo dell'intermediazione turistica ha assunto un'importanza crescente rispetto a quello avuto un tempo.

Nessun commento:

Posta un commento