venerdì 26 ottobre 2012

Io dico addio alla pubblicità cartacea


Il modo tradizionale di fare pubblicità sulla carta stampata è molto inefficiente perché l'utente non è segmentato ed è troppo confuso da messaggi similari.
Non c'è dubbio che esistono riviste specializzate con un'utenza più attenta a certi argomenti e stimoli pubblicitari, tuttavia reputo che queste azioni tradizionali di marketing siano paragonabili alle bombe della seconda guerra mondiale rispetto ai missili teleguidati della "guerra intelligente" . In ogni caso assistiamo al raggiungimento dell'obiettivo, ma la pubblicità su stampa, sopratutto rispetto ad altri strumenti di marketing, necessita di un investimento nettamente più importante, continuo ed innovativo anche in termini comunicazionali per ottenere certi risultati.
In effetti assistiamo ad un alto grado di "rumore" di sottofondo sulle riviste ed i quotidiani. Spesso i troppi messaggi pubblicitari, la forte presenza dei competitori anche di prodotto, il rischio di essere abbinati ad articoli che contraddicono il messaggio pubblicitario, rendono necessario una grande ridondanza dell'aspetto visivo necessario per essere notati, oltre che ad una costante frequenza. Ciò comporta importanti investimenti !
Inoltre il messaggio spesso è generico, quindi poco misurabile; al contrario seguire i link utilizzati per accedere ad una proposta commerciale sul web permette una misurabilità più puntuale.
Allora la stampa non dove essere più utilizzata?
Non dico questo! Ma questa pubblicità deve essere commisurata ad un territorio preciso, limitando l'oggetto ad un'azione comunciazionale chiara (meglio se promo commerciale) che sappia valorizzare un'offerta specifica. Penso, ad esempio, che sia sempre utile l'utilizzo di riviste areali con proposte mirate e ben definite. Quello che nego è l'efficacia dei tabellari, mentre per i publi-redazionali in grado di cogliere e di approfondire il messaggio ho tutt'altra considerazione.

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